Salta al contenuto principale

Stranger Eyes

Un film di Siew Hua Yeo

Stranger Eyes, il film diretto da Siew Hua Yeo, segue il caso della misteriosa scomparsa di una bambina.
I genitori, una giovane coppia che vive in un quartiere residenziale, iniziano a ricevere in forma anonima dei video. Sconvolti nello scoprire che qualcuno ha filmato di nascosto la loro vita, hanno alcuni sospetti su un vicino di casa ma affidano le indagini alla polizia. In questo modo sperano di poter riabbracciare la figlia il più presto possibile.
Nei video è ritratta la quotidianità della famiglia ma anche momenti molto intimi. Lo sguardo del rapitore diventa anche il loro e attraverso le immagini rubate, la coppia scopre lati segreti che la turba profondamente.

Con Chien-Ho Wu Kang-sheng Lee Anicca Panna Vera Chen Xenia Tan

Produzione: Singapore , 2024 , 125min.

STRANGER EYES Trailer Ufficiale Italiano (2024) Al Cinema

Ci troviamo di fronte a un thriller atipico, un'opera che parte da un evento traumatico – la sparizione della piccola Bo a Singapore – per poi virare verso territori inaspettati.

Inizialmente, seguiamo l'angoscia dei genitori, Junyang e Peiying, alle prese con l'inefficacia delle indagini. Ma la trama si complica quando iniziano a ricevere misteriosi DVD che li ritraggono, rivelando la presenza di un inquietante stalker. Questa sorveglianza, però, non si limita a generare paranoia, ma rischia di far emergere i segreti della coppia, mettendo a dura prova la loro relazione.

Yeo Siew Hua, già noto per il suo premiato "A Land Imagined", con questo suo terzo lungometraggio imbastisce un racconto stratificato, un vero e proprio puzzle che riflette sul concetto di sorveglianza e, soprattutto, sull'atto stesso del vedere. Se la premessa ricorda il celebre "Caché" di Haneke, l'approccio del regista di Singapore è differente. Meno interessato all'angoscia immediata, Yeo Siew Hua esplora l'idea di una società in cui la sorveglianza diventa quasi una forma di relazione, un mezzo per veicolare ciò che non viene detto.

Pur toccando temi orwelliani legati al controllo in una città-stato come Singapore, il film si spinge oltre. L'essere costantemente osservati sembra innescare una dinamica morale quasi dostoevskiana, portando alla luce le fragilità e le vergogne più nascoste, configurandosi come un percorso di conoscenza di sé e dell'altro.

La narrazione si sviluppa in modo originale, con salti temporali e un gioco di prospettive che ci porta a seguire la catena osservatore-osservato, quasi fossimo noi stessi a spiare le vite altrui da una finestra. In questo modo, il film ci conduce a Wu, un tranquillo impiegato di supermercato interpretato magistralmente da Lee Kang-sheng (volto iconico del cinema di Tsai Ming-liang). È lui a diventare il fulcro di un gioco di specchi in cui i personaggi appaiono come diverse versioni l'uno dell'altro, anime connesse che si svelano attraverso le immagini video.

Ciò che sorprende è il tono contemplativo e sereno con cui Yeo Siew Hua affronta il tema della sorveglianza. Dimenticatevi il ritmo frenetico di De Palma: qui l'atto del vedere assume una dimensione quasi spirituale, in un film di sorveglianza sorprendentemente pacato e riflessivo. Un'opera che invita a meditare sul potere delle immagini e sulle dinamiche nascoste che si celano dietro l'apparente normalità. Da tenere d'occhio, assolutamente.