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The Son

Un film di Florian Zeller

The Son, il film diretto da Florian Zeller, racconta la storia di Nicholas (Zen McGrath), che due anni dopo il divorzio dei genitori, ancora diciassettenne, decide che non ne può più di vivere con sua madre. Il ragazzo ormai è affetto da un costante male di vivere, che riesce a placare solo rifugiandosi nei ricordi d'infanzia, il periodo finora più felice della sua esistenza. È così che sua madre Kate (Laura Dern) decide di lasciarlo al padre, Peter (Hugh Jackman), che nel frattempo si è rifatto una famiglia insieme alla sua nuova partner.
Peter cerca di essere una presenza paterna per suo figlio e di comportarsi come avrebbe voluto che suo padre facesse con lui, ma allo stesso tempo deve gestire la sua vita frenetica, che comprende, oltre alla sua famiglia, anche la possibilità di una brillante carriera politica a Washington. Mentre cerca di porre rimedio agli errori del passato, l'uomo perde di vista quello che è il presente di suo figlio...

Con Hugh Jackman Laura Dern Vanessa Kirby Zen McGrath Hugh Quarshie Anthony Hopkins

Produzione: USA , 2022 , 123min.

The Son I Trailer Ufficiale

Dopo il successo di The Father che ha meritato l'Oscar al suo attore protagonista, Anthony Hopkins, il regista e drammaturgo francese Florian Zeller si cimenta con un altro dramma di impostazione teatrale, basato sulla pièce firmata da Zeller insieme a Christopher Hampton (già autore delle sceneggiature di Le relazioni pericolose ed Espiazione, nonché dello stesso The Father), un dramma che si consuma a porte chiuse nell'appartamento di Peter e Beth e in pochi altri interni.

L'atmosfera è resa claustrofobica anche dalla chiusura al mondo di Nicholas, che attribuisce all'abbandono del padre l'origine della sua sofferenza psicologica e del suo disagio esistenziale.

Peter cerca di minimizzare e interviene a gamba tesa nell'educazione del ragazzo, ma è in realtà sprovvisto degli strumenti necessari, anche perché il suo modello è stato un padre egocentrico e dittatoriale, interpretato ancora una volta da Anthony Hokpins in un cammeo al vetriolo.

Hugh Jackman dà volto e prestanza fisica a Peter ritraendolo come un vincente dai piedi di argilla, un uomo carismatico e dotato di positività e ironia costretto a confrontarsi con la dark side del figlio e in fondo anche con la propria. Il problema della sceneggiatura sta semmai nel non mostrarci mai in flashback i momenti di crisi fra lui e Kate (una dolente Laura Dern), ritraendo invece in retrospettiva il loro matrimonio come una sorta di El Dorado: risulta dunque difficile dunque capire il perché della rottura, al netto della grazia sensuale di Vanessa Kirby.

Il film si dipana come un dramma con occasionali sfumature horror e thriller e non ha la profondità agghiacciante di opere come ...e ora parliamo di Kevin, ma costruisce un crescendo avvincente che non può lasciare indifferenti, anche perché il tema dell'incomunicabilità fra adolescenti e genitori e del suo possibile sconfinamento nella patologia è estremamente attuale e visceralmente rilevante per chi ne è coinvolto. E l'interpretazione di Jackman suscita al contempo riprovazione ed empatia, accompagnando la narrazione nella sua escalation di interrogativi su cosa sia lecito e cosa sia semplicemente distruttivoo.