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Quasi a casa

Un film di Carolina Pavone

Quasi a casa, il film diretto da Carolina Pavone, racconta la storia di una giovane musicista che un giorno incontra il suo idolo, una famosa cantante, modella e attrice francese (Lou Doillon). Le due donne stringono una forte e inattesa amicizia, ma la differenza di età e di status rende molto complicato e turbolento il loro legame.

Con Lou Doillon Maria Chiara Arrighini Stefano Abbati Michele Eburnea Francesco Bianconi

Produzione: Italia , 2024 , 94min.

“Quasi a casa” di Carolina Pavone - Trailer Ufficiale

Quasi a casa è l'opera prima di Carolina Pavone, classe 1994 ed ex aiuto regista di Nanni Moretti (che è fra i produttori del film).

La sceneggiatura è cofirmata da Pavone insieme a Michela Straniero, e respira lo stesso anelito di libertà delle sue protagoniste, che a ben guardare formano una figura sola, scissa fra impulsi contrastanti: da un lato il coraggio di buttarsi e rischiare il tutto per tutto, affermando la propria identità senza chiedere il permesso a nessuno, dall'altro la paura di non farcela, di rendersi ridicola, di rimanere sola.
La storia ha qualche fragilità e implausibilità (di cosa vive Mia?) e talvolta perde ritmo registico, assecondando l'indolenza di Caterina che "non riesce a fare niente", ma è ben costruita nei suoi sbalzi temporali che descrivono due esistenze destrutturate in cerca di ricomporsi in un intero, invece che come la metà di qualcun altro. E vi si respira una certa originalità e freschezza. Pavone ha scelto molto bene le sue attrici: Mia è interpretata da Lou Doillon, grande presenza e sorprendente capacità interpretativa (un po' alla Patti Smith) sia nella recitazione che nella musica. Doillon è degna erede di due artisti - l'attrice e cantante Jane Birkin e il regista Jacques Doillon - cui assomiglia moltissimo anche fisicamente. Caterina invece (il cui nome ricorda quello della regista) è interpretata dalla new entry Maria Chiara Arrighini al suo debutto nel lungometraggio, volto e fisicità interessanti a metà fra la Gelsomina di Fellini e una Tilda Swinton in miniatura. Anche la sua voce canora è un curioso mix di esitazione e creatività, e Arrighini riempie la scena per tutta la durata del film (senza stancare) regalando al suo personaggio un carisma diametralmente opposto a quello di Mia, ma non meno seducente.