Normale
Un film di Olivier Babinet
Normale, il film diretto da Olivier Babinet, ci racconta di Lucie (Justine Lacroix) una quindicenne rimasta sola con il padre dopo la morte della madre.
William (Benoît Poelvoorde), il papà di Lucie è affetto da sclerosi multipla e si comporta come un adolescente, è anche per questo che Lucie deve crescere prima dei suoi coetanei e diventare un’adulta responsabile che pensa a mandare avanti la famiglia.
La sua vita si divide tra la gestione della casa, la scuola e lavoretti vari che la aiutano a far quadrare i conti a fine mese. Una sua grande passione è la scrittura, è infatti così che sfoga la sua fertile immaginazione, scrivendo un creativo romanzo autobiografico.
Il precario equilibrio della vita di Lucie e William, un giorno viene minacciato dalla notizia che i servizi sociali hanno deciso di far loro una visita. I due decidono allora di dar fondo a tutta la loro inventiva e al loro impegno per ingannare l’assistente sociale, presentando la loro come una vita del tutto normale.
Con Benoît Poelvoorde Justine Lacroix Joseph Rozé Steve Tientcheu Sofian Khammes Saadia Bentaïeb
Produzione: Francia Belgio , 2023 , 87min.
Olivier Babinet trasfigura una realtà che conosce bene creando un contesto in cui gli elementi parlano del presente senza doverlo però connotare con precisione.
Il regista nel passato ha lavorato per due anni con i bambini delle scuole di un quartiere in cui il 50% delle persone vive sotto la soglia di povertà realizzando con loro diversi cortometraggi. Questa esperienza gli ha lasciato un segno che ha finito con il fondersi con l'esigenza di portare sullo schermo un personaggio come Lucie al quale ha offerto anche pensieri che lui stesso ha avuto quando era adolescente.
Il suo obiettivo era quello di realizzare un film in cui instillare, come lui stesso afferma, "una goccia di Miyazaki nei fratelli Dardenne". Ha cioè inserito nel film dei detour che si dirigono sul versante fantastico per evitare l'imitazione di quelli che ritiene dei maestri (il regista è nato a Strasburgo e vive a Parigi ma la coproduzione è belga). La visione del film ci conferma che il suo obiettivo è stato raggiunto grazie anche all'alchimia che si crea tra i suoi due protagonisti Benoît Poelvoorde e Justine Lacroix.
Il primo mette al servizio del film la sua esperienza limando quell'istrionismo che altri registi hanno sfruttato mentre Justine dà alla sua Lucie tutte le esitazioni ma anche gli scatti di orgoglio che denotano una personalità in formazione costretta ad agire in un contesto che le impone una maturità in anticipo. All'elemento base della narrazione, che invita lo spettatore a chiedersi quale strategia padre e figlia riusciranno ad elaborare per evitare che i servizi sociali intervengano per separarli, la sceneggiatura di Babinet (che si basa sul romanzo di David Greig "The Monster in the Hall") aggiunge quello che si rivela essere qualcosa di più di un subplot. Lucie ha un compagno di scuola, Etienne, che tutti ritengono essere gay. Di fronte a una sua richiesta di collaborazione non precisamente semplice da mettere in atto per smentire questa voce la ragazza si trova a dover compiere un'ulteriore scelta. Il titolo acquisisce così un'ulteriore valenza.