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Una Figlia

Un film di Ivano De Matteo

Una Figlia, il film diretto da Ivano De Matteo, vede protagonista Pietro (Stefano Accorsi), un uomo di mezza età con un grande dolore alle spalle: la morte di sua moglie che lo ha lasciato solo con la loro figlia. Non ha avuto tempo per il dolore perché ha dovuto occuparsi di lei crescendola con amore e dedizione in un rapporto esclusivo, totalizzante, in cui uno curava le ferite dell'altro attraverso le proprie.
Quando, dopo qualche anno, proverà a rifarsi una vita con una nuova compagna, non tutto andrà come sognato: la reazione di sua figlia sarà esplosiva e Pietro sarà messo a dura prova. Si ritroverà a lottare tra rabbia e istinto paterno: quanto le può perdonare? Quanto è più forte l'amore della ragione?

Con Stefano Accorsi Ginevra Francesconi Michela Cescon Toni Fornari

Produzione: Italia , 2025 , 103min.

UNA FIGLIA di Ivano De Matteo (2025) - Trailer Ufficiale HD

Ivano De Matteo si conferma un autore che non teme di scandagliare le zone più oscure e perturbanti delle relazioni umane. Con "Una Figlia", liberamente ispirato al libro "Qualunque cosa accada" di Ciro Noja, ci consegna un'opera dolorosa e necessaria, che prosegue il suo percorso di cinema rigoroso, alieno da facili consolazioni e giudizi sommari. Ancora una volta, De Matteo si immerge nelle complessità familiari, ma se nel precedente "Mia" esplorava il rapporto padre-figlia dal lato della vittima da proteggere, qui la prospettiva è ribaltata: la figlia è carnefice.

Il film non si perde in preamboli né si struttura come un thriller. La tragedia si consuma quasi subito: Sofia (interpretata da una convincente Ginevra Francesconi), adolescente segnata dalla perdita della madre e insofferente verso la nuova compagna del padre Pietro (Stefano Accorsi), commette un atto irreparabile. La colpevolezza è palese, l'omicidio è un dato di fatto che apre il vero cuore del racconto: le conseguenze. De Matteo sposta l'obiettivo sulla caduta di Sofia nel sistema giudiziario minorile – descritto con una crudezza lontana dalle edulcorazioni di certa fiction di successo come "Mare Fuori" – e, soprattutto, sul terremoto emotivo che investe suo padre.

È qui che il film trova il suo nucleo più potente e straziante. Pietro si ritrova a navigare un oceano di sentimenti contrastanti: l'amore incondizionato per la figlia si scontra con l'orrore per il suo gesto, il dolore per la perdita si mescola a una rabbia impotente e a un istinto paterno che non sa come esprimersi. Stefano Accorsi offre una prova attoriale di grande intensità, incarnando un uomo spezzato, due volte vedovo (della moglie e della compagna uccisa), costretto a confrontarsi con l'inaccettabile. La sua performance è un viaggio nel profondo di un'anima lacerata, alla ricerca di un equilibrio impossibile tra comprensione, accettazione e un perdono che appare quasi irraggiungibile.

De Matteo, coadiuvato dalla fida sceneggiatrice Valentina Ferlan, dirige con uno sguardo sobrio e mai giudicante. Non cerca di riabilitare Sofia né di condannarla ulteriormente; piuttosto, osserva con lucidità il disfacimento di una famiglia e il difficile tentativo di ricostruzione. Ginevra Francesconi restituisce con bravura il disagio esistenziale e lo spaesamento della giovane, mentre figure di contorno come la compagna (una sempre valida Thony) e l'amica avvocata (l'affidabile Michela Cescon, barlume di razionalità) completano un quadro umano credibile e sfaccettato.

"Una Figlia" non è un film facile, né consolatorio. È un pugno nello stomaco che costringe a riflettere sulla resilienza dei legami genitoriali di fronte all'impensabile. La frase chiave, che riecheggia potente nel finale – "Un genitore non può mai smettere di essere un genitore, qualunque cosa accada" – sottolinea il peso specifico di quel "qualunque cosa". In un'epoca incline al sensazionalismo e all'etichettatura facile, soprattutto via social, il cinema di De Matteo ci ricorda la complessità dell'essere umano, sfidandoci a guardare oltre la superficie del "mostro", per intravedere le crepe, il dolore e la faticosa possibilità di un nuovo inizio, anche quando tutto sembra perduto. Un cinema che scava, interroga e, proprio per questo, rimane impresso.