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La storia del Frank e della Nina

Un film di Paola Randi

La storia del Frank e della Nina, il film diretto da Paola Randi, vede protagonisti tre adolescenti che vivono una storia d'amore e di amicizia. Carlo è un graffitista sotto il nome di "Gollum". La sua vita e quella del suo amico Frank cambia all'improvviso quando i due si imbattono in Nina, mamma a soli 15 anni che sta fuggendo da un matrimonio forzato.
Per stare vicino a Nina, Frank si unisce alla gang dell'ex marito della ragazza, alla fine, però, i tre ragazzi decidono di scappare tutti insieme da Milano per formare un nuova famiglia fuori dal comune.

Con Gabriele Monti Samuele Teneggi Ludovica Nasti Anna Ferzetti Marco Bonadei

Produzione: Italia , 2024 , 110min.

E' un film che mescola le carte in tavola, un'istantanea di una Milano meno patinata, vista con occhi nuovi e con un pizzico di magia.

Al centro di tutto c'è questo ragazzo soprannominato Gollum, muto ma con un suo modo potente di comunicare: i graffiti sui muri. La sua esistenza solitaria incrocia quella di Frank, un vero mago con le parole, tanto da farci un business vendendo temi e altri favori. L'arrivo di Nina, una sedicenne già madre e legata a un tipo poco raccomandabile chiamato "Il Duce", sconvolge le dinamiche tra i tre.

Paola Randi ci accompagna in una Milano inedita, dove il confine tra realtà e immaginazione si fa labile e il peso della vita si stempera in una tenera malinconia. Il film ama sorprenderci, fin dal prologo con un dettagliato furto di rame, ma ogni sorpresa sembra avere un senso profondo.

Scopriamo il mondo attraverso i pensieri di questo narratore silenzioso, Gollum, che ci rende partecipi del suo singolare rapporto con la realtà. Poi c'è Frank, che potrebbe sembrare il suo opposto in tutto, ma che diventa un amico prezioso, soprattutto quando anche lui viene "colpito" dall'arrivo di Nina, proprio come è successo a Gollum.

Insieme, i tre attraversano una Milano che è al contempo vera e sognata, intrisa di una certa amarezza ma anche di una sottile speranza. Sembra quasi che questo "non esistere" agli occhi del mondo adulto possa diventare un'occasione per guardarsi dentro, magari mentre si corre da un un posto all'altro alla ricerca di una libertà sfuggente ma vitale a quell'età, specialmente quando ci si ritrova invischiati in una situazione complicata come quella di Nina.

La regia di Randi è delicata, quasi si mettesse al servizio dei personaggi, lasciando loro spazio per esprimere emozioni e sentimenti, pur mantenendo saldamente le redini del racconto. Un tocco di leggerezza e umanità è dato dalla presenza di Bruno Bozzetto, un nonno smemorato ma ricco di una saggezza interiore intatta. E poi c'è Milano, amata dalla regista e mostrata in sfumature inedite, con i luoghi più iconici volutamente sullo sfondo, come la Torre Velasca.

Insomma, un film che sembra voler esplorare l'adolescenza e i suoi turbamenti in una cornice urbana non convenzionale, con personaggi unici e una sensibilità particolare. Un'opera che promette di sorprendere e di lasciare un segno.