
Non dirmi che hai paura
Un film di Yasemin Samdereli
Non dirmi che hai paura, il film diretto da Yasemin Samdereli, ha per protagonista la giovane Samia (llham Mohamed Osman). Nata a Mogadiscio durante la guerra civile, la piccola Samia scopre all'età di nove anni di avere un talento che la rende unica: corre più veloce di tutti i suoi compagni.
Diventata una vera passione, la corsa è la sua ragione di vita e la forza che la aiuta a superare gli orrori della guerra. Con l'aiuto del suo migliore amico Ali (Elmi Rashid Elmi), Samia si allena ogni giorno per partecipare ai Giochi Olimpici di Pechino del 2008. Il suo sogno si avvera quando è ammessa come rappresentante della Somalia ai 200mt femminili.
Arriva ultima ma il pubblico le manifesta un grande calore. La sua partecipazione ai Giochi Olimpici però le costa diverse minacce da parte del Governo somalo che la condanna per aver commesso un peccato mortale: correre senza velo. Samia rischia la vita, ecco perché decide di scappare per cercare rifugio in Europa...
Con llham Mohamed Osman Elmi Rashid Elmi Waris Dirie Fatah Ghedi Armaan Haggio
Produzione: Italia , 2024 , 102min.
Un film di grande impatto emotivo, che vede scontrare il sogno di una bambina con la ferocia della realtà.
È Non dirmi che hai paura, incentrato sulla storia vera di Samia Yusuf Omar, che nel 2008 a soli 17 anni rappresenta la Somalia ai Giochi Olimpici di Pechino, correndo senza velo.
Tratto dal romanzo di Giuseppe Catozzella, Premio Strega Giovani 2014, e adattato sul grande schermo da Yasemin Samdereli in collaborazione con Deka Mohamed Osman racconta l'impresa di una giovane atleta osteggiata da chi è al potere nel suo paese, come Tatami. Ma prima ancora una bambina che cresce con il desiderio di coronare il suo sogno di voler diventare la donna più veloce del suo Paese. Una Somalia devastata dai divieti e dalle rappresaglie degli estremisti, in cui le donne vengono mal viste, anche quando hanno talento e, come Samia, riportano a casa medaglie olimpiche. A sostenerla ci pensa la sua famiglia, in particolare suo padre, che le dà l'insegnamento del titolo, non avere paura di inseguire il proprio sogno a ogni costo.
È quello che farà Samia, arrivando fino ai Giochi Olimpici in Cina, ma trovando poi la morte nel Mediterraneo, dopo un viaggio disperato per raggiungere l'Europa. Viaggio che la regia sceglie di raccontare in tutta la sua crudezza, con stile documentaristico, asciutto e rigoroso, lo stesso con cui racconta la dimensione tribale, calda e intima della famiglia, mentre fuori dalle mura domestiche infuriano guerriglia e continue esplosioni.
Come in Lola corre, la protagonista corre spesso durante il film, ma qui le condizioni sono ben diverse e la sua corsa proibita diventa metafora politica di resistenza, disobbedienza e autodeterminazione. Non dirmi che hai paura prosegue là dove finisce Io Capitano di Garrone: c'è un adolescente in mare su un barcone anche qui, anche qui una nave italiana si avvicina. Solo che è troppo tardi, le prigioni libiche hanno messo a dura prova corpi e spiriti, sole, sete e stenti hanno fatto il resto. E un tuffo con l'utopia di salvezza può essere fatale.



