Mothers' Instinct
Un film di Benoît Delhomme
Mothers' Instinct, il film diretto da Benoît Delhomme, è la storia di due migliori amiche, Alice (Jessica Chastain) e Celine (Anne Hathaway). Siamo negli anni Sessanta e le due donne vivono nello stesso quartiere dove tutto scorre sereno e armonioso. Hanno una vita invidiabile, mariti di successo, figli coetanei che giocano insieme, ricorrenze da festeggiare insieme. Il quadro ideale di una vita da sogno per quegli anni.
Tutto perfetto fino al giorno in cui una tragedia si abbatte su di loro. Mentre i bambini stanno giocando controllati da Alice, il figlio di Celine muore incidentalmente. Da quel momento nulla sarà più come prima. Le amiche si allontanano irrimediabilmente, innescando un vortice di paranoia e sospetto che darà inizio a una sottile ma feroce guerra psicologica tra le due.
Con Anne Hathaway Jessica Chastain Josh Charles Anders Danielsen Lie Caroline Lagerfelt Scott Robertson
Produzione: USA , 2024 , 94min.
In principio era un film. Solido, pieno di tensione, firmato da Olivier Masset-Depasse, con due attrici pienamente in parte e convincenti come Veerle Baetens e Anne Coesens.
Jessica Chastain ha visto Doppio Sospetto, vincitore di nove premi Magritte, ne è rimasta colpita e ha pensato bene di chiedere ad Anne Hathaway, sua cara amica oltre che collega, di farne insieme un remake. Insieme in tutti i sensi: oltre a interpretarlo, nelle parti delle amiche-nemiche protagoniste, le due attrici hanno anche scelto di produrlo.
Pur avendo a disposizione poco tempo (poco più di tre settimane) e un budget contenuto (per quelli che sono gli standard delle due attrici), il risultato è un thriller psicologico hitchcockiano e patinato che deve tutto all'affiatamento delle due dive, di nuovo insieme sul set dopo Interstellar e Armageddon Time. Funziona la loro alchimia in ogni scena, come funziona l'idea di un racconto ambientato nell'America degli anni '60 che segue il progressivo sfaldarsi di un rapporto dopo il colpo di scena drammatico, l'incubo di ogni madre: un figlio che precipita giù da un terrazzo. Sensi di colpa e di impotenza da una parte, deliri e desideri di vendetta dall'altra, nel mezzo l'elaborazione di un lutto e la repressione delle donne dell'epoca. Benoît Delhomme è bravo a mettere in scena tutto questo (meno a proporre un finale originale) attraverso una spirale di psicosi e disperazione a due che prosegue come una coreografia.
I passi sono studiati come le mosse, la sorellanza lascia via via spazio a un sentimento di profonda avversione e ostilità reciproca. Perché prima ancora di essere due vicine e due madri, Alice e Celine sono due donne che vivono la maternità come un vessillo, una medaglia, qualcosa capace di dare loro importanza e senso all'interno di una società maschilista che fondamentalmente le ignora. Allora perdere un figlio diventa più che un inimmaginabile trauma personale, diventa anche una perdita di ruolo, di senso sociale: se una donna non è più madre allora chi è? Che cosa resta di lei? La risposta la darà, in un modo del tutto imprevedibile (o quasi) Anne Hathaway, che si cala in un ruolo complesso e oscuro, agli antipodi della gallerista romantica di The idea of you.