Buena Vista Social Club
Un film di Wim Wenders
Buena Vista Social Club, film diretto da Wim Wenders, vede il musicista americano Ry Cooder riunire all'Avana un gruppo di cantanti e musicisti cubani, di età compresa tra gli 80 e i 92 anni. Non si parla solo di musica, ma la si fa anche. Insieme suonano e cantano, ma tra le note musicali si muovono anche vecchi ricordi e ne scaturisce un gran entusiasmo, che porta Cooder a chiedere loro di partecipare a una tournée.
È così che vengono eseguiti ben due concerti aperti al pubblico: ad Amsterdam, in Olanda, e a New York, alla Carnegie Hall. Alcuni componenti del gruppo si ritrovano per la prima volta nella Grande Mela e si fermano a osservare con meraviglia i grattacieli e il traffico caotico. Dai concerti si arriva a uno studio di registrazione, tra impegni seri e momenti di puro divertimento.
Con Ry Cooder Ruben Gonzales Eliades Ochoa Omara Portuondo Compay Segundo Ibrahim Ferrer
Produzione: Germania , 1998 , 97min.
Wim Wenders si misuracon la musica, dopo i video con gli U2, in un lungometraggio che rimane una delle sue opere migliori.
Non tutti forse sono a conoscenza che tre anni dopo questo film Wenders affrontava nuovamente la scena musicale con il film Viel Passiert- Der BAP - Film (purtroppo mai uscito in Italia) dedicato ai BAP, una band rock di Colonia, molto nota in Germania che per la squadra della città è un po' come Antonello Venditti per la Roma. Passava così da un sound latino ad uno teutonico con grande naturalezza anche perché il forse inaspettato successo di Buena Vista social Club gli era servito da stimolo.
Chi avrebbe immaginato che un film con protagonisti quelli che si potevano immaginare come degli arzilli vecchietti avrebbe appassionato, divertito e anche un po' commosso spettatori di tutte le latitudini? A partire da Ibrahim Ferrer, settantenne star del film che aveva visto gli ultimi bagliori di successo nei lontanissimi (cronologicamente e politicamente a Cuba) anni Cinquanta? Oppure che il novantenne Compay Segundo, ammiccando alla sala, ci confessasse che la musica è la sua passione sì ma insieme alle donne e al rum.? Oppure che la 'giovane' (solo sessant'anni) Omara Portuondo fosse in grado di affascinare con la sua voce senza far pensare ad altro. Perché poi Wenders non è interessato né a realizzare il classico film concerto né, però, ad indagare troppo sulle loro vite. Ciò che ci mostra sono le esibizioni accompagnate dalle prove e da qualche delicata incursione nel privato attuale dei suoi protagonisti.
I quali sanno come 'tenere' il pubblico di casa ma non mostrano particolari apprensioni dinanzi al sold out di Amsterdam o alla performance alla Carnegie Hall. Per loro la musica è il linguaggio più naturale che sia possibile utilizzare per comunicare e per la camera di Wenders sembra altrettanto naturale poterli seguire senza forzare i tempi, neanche con escamotage di montaggio.