Segnali di vita
Un film di Leandro Picarella
A Lignan, villaggio di poche anime nella Valle di Saint-Barthelemy in Valle D'Aosta, un Osservatorio Astronomico scruta i cieli ogni notte.
Come un campanile o un faro, il grande telescopio scandisce il tempo della piccola comunità montana.
In autunno, l'astrofisico Paolo Calcidese, si trasferisce nella struttura come unico custode e abitante per portare avanti le proprie ricerche scientifiche e sperimentare nuove tecnologie. A causa di un incidente tecnico, però, sarà costretto a mettere da parte gli astri e la solitudine per dedicarsi ad altre forme di vita finora non considerate: gli esseri umani
Produzione: Italia Svizzera , 2023 , 106min.
Segnali di vita è un film sull'empatia, sul bisogno degli altri per comprendere noi stessi. Partendo dal lavoro di un astrofisico incaricato di realizzare un questionario sulle false concezioni scientifiche, il film si concentra sul suo bisogno di relazioni, di contatto e di comunità.
È sempre stato importante per me raccontare la realtà di confine, convinto che proprio in queste linee di frontiera si possa comprendere tanto del mondo in cui viviamo. Dopo anni difficili, in cui la distanza dagli altri è diventata anche distanza da noi stessi, era importante per me raccontare storie semplici, di umanità e di incontri.
La storia.
Siamo nell'estate del 2022. Dopo due anni difficili per via della pandemia da Covid 19 e delle restrizioni ad essa legata, il mondo sta tornando alla normalità. Uno scienziato in crisi decide di rifugiarsi in un Osservatorio tra le montagne. Qui vuole portare avanti le proprie ricerche sui nuclei galattici attivi, sull'astrobiologia e la robotica. A fargli compagnia, un robot semi umanoide di nome Arturo. Inizialmente intenzionato a prendersi un anno di silenzio e studio, a causa di un problema tecnico che gli impedirà di utilizzare il telescopio principale, si vedrà costretto a svolgere un'altra attività: redigere un questionario sul tema delle misconcezioni scientifiche, ovvero sulle false credenze scientifiche.
Il questionario lo porterà suo malgrado a fare i conti con un'umanità ben lontana da quella finora frequentata nelle grandi città e nell’ambiente scientifico europeo; un'umanità che lo porterà, a conoscere un altro modo di vivere e a sviluppare una inaspettata empatia. Segnali di vita si inserisce all’interno di un contesto sociale ben definito, ovvero quello delle piccole comunità montane. Isolate e lontane dai grandi centri urbani, queste piccole comunità oggi rischiano di sparire, il calo demografico in queste zone è un problema in continua crescita, nonostante la vita in città sia sempre più insostenibile e alienante, come ci racconta il nostro protagonista cinico e disilluso. E se Segnali di vita è un film sull'empatia, la grande sfida del nostro scienziato è riscoprirla dentro se stesso e verso gli altri.
Cinema del reale e comunità.
Sin dalle primissime fasi di sviluppo, ho pensato questo progetto come un film per il quale fosse imprescindibile vivere i luoghi e le persone che li abitano. Durante la prima fase di sviluppo (luglio-ottobre 2021), mi sono concentrato più sul come entrare nella comunità montana, ricevere fiducia da parte degli abitanti della valle, prima ancora di immaginare percorsi narrativi. È in questa fase che ho conosciuto Silvia, Severino, Gabriele e Agata e tutta la comunità di Saint Barthélemy.
Successivamente, una volta terminato lo sviluppo e avviata la fase produttiva vera e propria, ho deciso – un po' come il personaggio di Paolo – di approfittare dell'opportunità per trasferirmi a Lignan per tutto il periodo necessario la realizzazione del film.
L’idea non era di iniziare subito le riprese, ma provare a costruire, senza forzature, dei rapporti innanzitutto umani. In questo nuovo ambiente ho potuto portare avanti la mia ricerca sul cinema del reale e sulla mescolanza di realtà e finzione, partendo da una profonda connessione con il luogo.