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Tutti amano Jeanne

Un film di Céline Devaux

Tutti amano Jeanne, film diretto da Celine Devaux, racconta la storia di una donna apprezzata da tutti, ma che in questo momento della sua vita odia se stessa. Jeanne (Blanche Gardin), questo il suo nome, è decisa a cambiare il mondo e proprio con questa intenzione inventa uno strumento in grado di ripulire gli oceani. Durante la cerimonia di lancio di questo congegno, però, cade in acqua in diretta televisiva mentre cerca di recuperarlo. Il flop della presentazione porta i finanziatori a ritirarsi, motivo per cui la donna finisce in bancarotta.
L'unica soluzione per sanare i suoi debiti è vendere la casa di famiglia che si trova a Lisbona, una scelta difficile e dolorosa quanto risolutiva. Mentre valuta sul da farsi, le si presenta un "un piccolo fantasma capellone", che inizia a commentare ogni sua decisione. Il piccolo fantasma è solitario, divertente, canta e balla, e non esita a sussurrare oscenità nelle orecchie di Jeanne, diventando praticamente la voce della sua coscienza che non la abbandona mai.

Con Blanche Gardin Maxence Tual Nuno Lopes Marthe Keller Lisa Mirey Andrew Sanko Logan

Produzione: Francia , 2022 , 95min.

TUTTI AMANO JEANNE - Trailer Ufficiale - Dal 22 Settembre al cinema

Scritto, diretto e illustrato da Céline Devaux, Tutti amano Jeanne è un oggetto particolare, una sadcom in tutto e per tutto, una commedia malinconica in cui depressione e romanticismo dialogano tra loro.

È un film in cui un vivace battibecco si traduce, in maniera originale e intelligente, nel battibecco tra Jeanne e la sua cinica vocina interiore, resa come un buffo personaggio animato ricoperto di lunghi capelli.

Autrice di alcuni cortometraggi che si sono fatti notare a Cannes e a Venezia, per il suo primo lungometraggio la Devaux può contare sull'apporto fondamentale dell'ottima Blanche Gardin, e sull'affinità che l'attrice instaura con Laurent Lafitte (della Comédie-Française). E tuttavia, è proprio il suo non assomigliare fino all'ultimo ad una commedia romantica propriamente detta che fa del film un'opera toccante, che ragiona sul dolore di essere figli, ex amanti, ex promesse, e si misura con lo stigma del disagio psichico, senza indulgere nella formula classica del monologo nevrotico.

Nella parole, riferite ad altro, della piccola Théodora, nipote di Jean, Jeanne è "una donna che pilota un aereo, non ha più il radar e dunque si perde": aveva una funzione sociale ma un imprevisto l'ha cancellata e l'ha mandata in crisi. L'elaborazione del lutto, che passa dal ricordo della sua vita precedente, e l'incontro con un uomo incurante di qualsiasi diktat socialmente in vigore, apre in lei una nuova visione delle cose. Come la sua macchina sottomarina, che non cattura la plastica come dovrebbe, ma si rivela lo strumento tramite di uno spettacolo naturale inatteso e imprevedibile, Jeanne lascia entrare infine la luce attraverso le tapparelle abbassate e gli occhiali scuri.

Anche la trasformazione del personaggio, però, è resa con apprezzabile understatement, senza retorica né sentimentalismo. Blanche Gardin conserva la sua faccia senza sorriso, e, come avviene per Buster Keaton, è esattamente questo che ci fa più ridere, specie quando a commentare i fatti è il suo alter ego animato, talvolta (le volte migliori) senza nemmeno bisogno di parole.