
Madres Paralelas
Un film di Pedro Almodovar
Madres paralelas, il film diretto da Pedro Almodovar, segue in parallelo la storia di due donne, Janis (Penélope Cruz) e Ana (Milena Smit), molto diverse fra loro che danno alla luce i propri figli nello stesso giorno, condividendo la stessa stanza in ospedale. Entrambe non hanno un partner e sono due madri single, rimaste incinte per caso, cosa che le accomuna, nonostante i loro mondi siano lontani. Janis è una donna di mezza età, non si pente di essere rimasta incinta senza volerlo, anzi sembra molto felice della cosa. Ana, invece, è un'adolescente, intimorita dal fatto di dover diventare una madre giovanissima, pentita di questa gravidanza inattesa e spaventata da tutto.
Mentre attraversano le corsie e i corridoi dell'ospedale, Janis cerca di calmare e incoraggiare Ana e saranno queste poche parole dette l'una all'altra a creare tra loro un forte legame. Ma il destino farà sì che questo vincolo si rafforzi, quando le vite di entrambe cambieranno drasticamente...
Con Penélope Cruz Milena Smit Israel Elejalde Aitana Sánchez-Gijón
Produzione: Spagna , 2021 , 120min.
Rotta l'illusione del décor cinematografico, filmando l'hangar in cui è allestito il finto appartamento di una donna alienata dalla sua passione, un corto dopo realizza Madres Paralelas e passa al mélo critico con l'implacabile finezza politica di Douglas Sirk.
Non è la legge del desiderio a muoverlo questa volta ma la legge della "Memoria histórica", approvata alla fine del 2007 dal Governo Zapatero per restituire a un popolo i suoi morti. Un popolo che chiede di riconoscerli e di piangerli. Un'esigenza sollecitata nel film dal personaggio di Penélope Cruz, spinta dall'urgenza di restituire una degna sepoltura al suo bisnonno. Janis lo ha promesso a sua nonna e alla sua bambina appena nata, perché la Memoria non ha a che fare col passato ma col presente e il futuro.
Almodóvar si muove lungo la sutura di una transizione (politica) ambigua e di un Paese mai davvero ricomposto. Senza rinunciare all'empatia prodigata ai suoi personaggi, a interessargli visibilmente è la nativa Spagna, a cui torna come da un esilio e che filma non più come territorio mentale, un sogno che impasta coi colori materia proustiana, ma come terra da scavare (letteralmente), riesumando i fantasmi della Guerra Civile.
Ritratto genetico di una nazione, Madres Paralelas è quello che Hollywood definisce, e mai definizione fu più luminosa, un movie motion pictures, immagini (emozionanti) in movimento. Una formula, magica e chimica, che Almodóvar applica per realizzare i suoi film più belli. Nel suo cinema tutto è movimento, a cominciare dalle emozioni, un'azione 'di dentro'. In questo senso, un melodramma è un film d'azione, un'avventura intima da cui usciremo in lacrime, stravolti dall'instabilità romanzesca, le montagne russe sentimentali, le peripezie (in)verosimili che mai come in questo film elevano la trama da foto-romanzo a tragedia (iberica). Ancora una volta è una questione di maternità. Perché la guerra sarà pure è un'affaire da uomini ma per il regista un uomo è prima di tutto un figlio.



