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Napoli - New York

Un film di Gabriele Salvatores

Napoli - New York, il film diretto da Gabriele Salvatores, si svolge nell'immediato secondo dopoguerra. Siamo a Napoli, nel 1949, Celestina (Dea Lanzaro) è una bambina povera. La sua casa è stata distrutta dai bombardamenti e lei ha perso quel poco che aveva. Sua zia Amelia non è più in grado di occuparsi di lei, sua sorella Agnese è andata a vivere in America e suo fratello Sasà non fa altro che mettersi nei guai. L’unica persona di cui si fida è Carmine (Antonio Guerra), un ragazzino scapestrato ma buono. I due cercano insieme il modo di tirare avanti come meglio possono, sostenendosi a vicenda. Un giorno, un marinaio americano che si sta imbarcando per New York, chiede a Carmine di sbarazzarsi di un cucciolo di giaguaro promettendogli una ricca ricompensa. Ma quando l’uomo parte senza pagarlo, il bambino e Celestina lo inseguono e finiscono sul piroscafo che li porterà Oltreoceano. Sbarcati a Ellis Island, ai due non resta che trovare il modo di costruirsi una nuova vita...

Con Pierfrancesco Favino Dea Lanzaro Antonio Guerra Omar Benson Miller

Produzione: Italia , 2024 , 124min.

NAPOLI - NEW YORK (2024) Trailer | Pierfrancesco Favino, Gabriele Salvatores

Il riferimento al mondo delle favole non è casuale, perché per Napoli-New York Salvatores sceglie apertamente un tono fiabesco, attingendo anche alla letteratura "per ragazzi", da Dickens a Stevenson a Salgari, nonché partendo da un soggetto mai realizzato di Federico Fellini e Tullio Pinelli e trasformandolo personalmente in sceneggiatura.

La storia però pare adatta soprattutto al palato statunitense, poiché Napoli-New York ribadisce tutti gli archetipi (e talvolta gli stereotipi) sia sull'Italia che sull'America di fine anni '40 più graditi al pubblico d'oltreoceano.

Tutto ciò che è raccontato in Napoli-New York potrebbe avere un'angolazione più originale, ma Salvatores perde l'occasione di lasciare più spesso una zampata irriverente come l'unica che chiude il film, e che ci fa desiderare che Napoli-New York avesse come trama il concetto, ben enucleato dalla canzone finale, secondo cui "nu guaglione nun se vende 'a dignità", e avrebbe potuto raccontare con più "cazzimma" la storia di un Lucignolo nella Terra delle opportunità, dotato di quel tanto di insolenza e refrattarietà alle regole del Nuovo Mondo che avrebbe funzionato da granello nel perfetto ingranaggio dell'American Dream.

Ci sono comunque molte cose buone in Napoli-New York: la regia sicura e competente di Salvatores, la sua abilità nel dirigere i giovanissimi (bravi e intensi Dea Lanzaro e Antonio Guerra), l'estrema cura formale, i colori del sogno americano, il montaggio secco di Julien Panzarasa, la fotografia vintage di Diego Indraccolo (new entry nella squadra Salvatores), e una colonna sonora di brani utilizzati come supporto narrativo che mette insieme Jimmy Durante e la Nuova compagnia di canto popolare. Ottimi, secondo il registro della favola, l'interpretazione di Pierfrancesco Favino e lo strepitoso cammeo di Antonio Catania nei panni del direttore di un quotidiano per la comunità italiana a New York.