
The Miracle Club
Un film di Thaddeus O'Sullivan
The Miracle Club, film diretto da Thaddeus O’Sullivan, è ambientato nel 1967 e racconta la storia di tre donne, Chrissie, Eileen e Lily (Laura Linney, Kathy Bates e Maggie Smith), che hanno un sogno nel cassetto: andare a Lourdes. Le tre sperano che durante la loro visita nel luogo sacro possano assistere a un miracolo.
Quando Chrissie, Eileen e Lily riescono a vincere un viaggio che ha per meta la cittadina francese, partono con grande entusiasmo. Una volta giunte a Lourdes, hanno una sorpresa: la figlia di una di loro si aggiunge inaspettatamente al loro viaggio. La giovane new entry non solo complica le cose, ma porta a galla diversi conflitti e traumi fino ad allora rimasti sopiti.
Con Laura Linney Kathy Bates Maggie Smith Agnes O'Casey Mark O'Halloran
Produzione: Irlanda Gran Bretagna , 2023 , 91min.
The Miracle Club ha un titolo fuorviante, perché fa presupporre una commedia scanzonata, di quelle in cui un gruppo di attrici âgée gigioneggiano per suscitare l'ilarità del pubblico.
Qui il gruppo centrale di attrici è effettivamente âgée, ma la storia non è comica, anche se non mancano i siparietti divertenti. La trama ha parecchie fragilità e l'ambientazione irlandese fa leva su molti stereotipi cinematografici, che il regista dublinese Thaddeus O'Sullivan cavalca senza esitazione, ma il gruppetto di interpreti formato da Kathy Bates, Laura Linney, Maggie Smith e un quasi irriconoscibile Stephen Rea riesce a tenere alta l'attenzione del pubblico. A rubare la scena, come sempre, è la quasi nonagenaria Smith nel ruolo di Lily, una madre gravata dal lutto e dal senso di colpa che però non ha perso l'ironia e la capacità di dimostrarsi affettuosa e fedele.
Kathy Bates ritorna in gran forma (anche fisica) per calarsi nel ruolo complesso di Eileen, madre di famiglia che non ha mai lasciato il suo quartiere, con un marito brontolone (l'irresistibile Stephen Rea) ad incarnare un certo maschilismo d'antan. Laura Linney dà alla sua Chrissie reticenza e misura, raccontando una donna che ha imparato l'empatia pur non avendone ricevuta alcuna nel proprio passato, custode di un lontano rancore di cui vorrebbe liberarsi.
La ricostruzione d'ambiente è attenta anche se un po' stucchevole, e l'intera confezione è piacevole, nonostante (o grazie a) l'adesione a molti cliché: una rassicurante tazza di tè irlandese servita da un cast di professioniste esperte nel far commuovere e sorridere.



