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Limonov

Un film di Kirill Serebrennikov

Limonov, film diretto da Kirill Serebrennikov, racconta la scandalosa storia del poeta radicale sovietico Eduard Limonov (Ben Whishaw). Dopo aver raggiunto una certa fama in patria, si trasferì a New York, dove visse anche come senzatetto, per poi tornare in Europa, a Parigi. Qui Limonov entrò nei circoli letterari francesi e ricevette perfino la cittadinanza.
Una volta tornato in patria, dopo la caduta dell'URSS, non solo venne definito un antieroe politico, ma fu attivissimo in politica specialmente in campo bellico.
Limonov è stato descritto in diversi modi o, meglio, è stato tante cose: militante rivoluzionario, delinquente, scrittore underground, maggiordomo di un miliardario di Manhattan, amante delle belle donne, attivista politico, guerrafondaio. È stato tutte queste persone, ma anche un poeta e romanziere, che ha raccontato la sua grandezza, imprimendo nell'inchiostro tutto se stesso. Il racconto della vita di Eduard Limonov è anche un viaggio tra la Russia, l'America e l'Europa nella seconda metà del XX secolo.

Con Ben Whishaw Viktoria Miroshnichenko Tomas Arana Corrado Invernizzi Evgenij Mironov Andrey Burkovskiy

Produzione: Italia , 2024 , 133min.

Limonov I Trailer Ufficiale HD

Eduard Limonov, figura controversa e sfuggente, rivive sullo schermo grazie alla visione audace di Kirill Serebrennikov. Da dissidente sovietico a homeless a New York, da amante appassionato a fondatore di un partito nazionalbolscevico, la sua vita è un caleidoscopio di contraddizioni, un'odissea che sfida ogni convenzione.

Serebrennikov, erede di una tradizione cinematografica russa che scava nell'anima tormentata del suo popolo, si immerge nella complessità di Limonov con una regia visionaria e irrequieta. Il film, come la vita del suo protagonista, è un susseguirsi di sussulti, di cambi di ritmo e di stile, che riflettono la sua irrefrenabile sete di riconoscimento e la sua lotta contro il potere.

Il progetto, segnato da un'insolita staffetta registica, sembra aver risentito dell'impossibilità di imbrigliare la figura di Limonov. Pawel Pawlikowski, inizialmente designato alla regia, ha ceduto il testimone a Serebrennikov, confessando di non riuscire a "apprezzare fino in fondo" il personaggio. Un segnale eloquente della sfida che rappresenta Limonov, un uomo che ha lasciato un'impronta indelebile anche dopo la sua scomparsa.

Serebrennikov, con la sua regia visionaria, cerca di catturare l'essenza di Limonov, alternando momenti di intimità sentimentale a esplosioni di ribellione politica. Il cameo con Evtušenko, in cui Limonov accusa il poeta di flirtare con il potere, è un esempio lampante della sua attitudine provocatoria.

Tuttavia, il film fatica a rendere giustizia alla complessità di Limonov. La suddivisione in capitoli, anziché chiarire, sembra frammentare ulteriormente la narrazione. I 138 minuti a disposizione si rivelano insufficienti per contenere la sua vita tumultuosa.

"Limonov" è un'opera ambiziosa, che cerca di decifrare un enigma umano e politico. Ma la sua figura, come suggerisce la recensione, avrebbe forse meritato una serie, un formato più ampio in grado di esplorare tutte le sfaccettature di un uomo che ha vissuto al di là di ogni limite.