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La profezia dell'armadillo

Un film di Emanuele Scaringi

Dall'acclamata opera a fumetti di Zerocalcare, La profezia dell'armadillo approda sul grande schermo grazie all'esordiente Emanuele Scaringi. Il ventisettenne Zero (Simone Liberati) è un disegnatore spiantato del quartiere periferico di Rebibbia, più precisamente della Tiburtina Valley: terra di Mammuth, tute acetate, corpi reclusi e cuori grandi; un posto dove manca tutto ma non serve niente. Visto che con le vignette non si guadagna, tira avanti dando ripetizioni di francese e creando illustrazioni per gruppi musicali punk indipendenti. La sua vita è un saliscendi dai mezzi pubblici, un va e vieni da un capo all'altro della città per inseguire lavoretti occasionali e far visita alla Madre. Finché un giorno, di ritorno a casa, non lo attende la personificazione della sua coscienza critica, un vero Armadillo in placche e tessuti molli, pronto a conversare sulla vita, l'attualità e i massimi sistemi del mondo.

Con Simone Liberati Valerio Aprea Pietro Castellitto Laura Morante Claudia Pandolfi

Produzione: Italia , 2018 , 99min.

La Profezia dell'Armadillo - Trailer Ufficiale Italiano HD

Basandosi su quel testo di partenza, provando a non tradirne lo spirito ma discostandosene per alcuni elementi, La profezia dell’armadillo (il film) segue le giornate di Zero (Simone Liberati), disegnatore 27enne della periferia romana (Rebibbia, obviously), che si arrabatta come può tra ripetizioni di francese e cronometrando le file ai check-in degli aeroporti. In attesa di un colloquio per uno studio grafico, viene a sapere che Camille, una vecchia compagna di scuola, nonché amore mai dichiarato, è morta.

Insieme a Secco (Pietro Castellitto), amico di sempre e disadattato quanto (anzi più di) lui, cerca di trovare un senso a tutto questo, tra ricordi d’infanzia e una madre computer unfriendly (Laura Morante), tra asfissianti sortite a Roma Nord e a Roma centro, comunque affiancato dall’inseparabile Armadillo (Valerio Aprea), col quale conversa quotidianamente (tra paradossi e polemiche) sull’andamento dell’esistenza.

“Così come nei fumetti di Zero il protagonista è liberamente ispirato a Michele, nel film abbiamo creato un protagonista che è liberamente ispirato ai fumetti di Zero. Quindi il grado di separazione tra Michele Rech e Simone Liberati è grandissimo. È un’opera di fantasia, anche perché il linguaggio cinematografico è molto distante da quello del fumetto”.

Rubiamo questo virgolettato di Oscar Glioti rilasciato tempo fa a Repubblica.it per rafforzare in qualche modo quanto spiegato dallo stesso Zerocalcare nel post a cui facevamo riferimento poco sopra e, allo stesso tempo, per evitare che all’attore non venga riconosciuto comunque quanto merita: insieme a Pietro Castellitto (veramente sorprendente) riesce a dare vita ad irresistibili momenti, in un buon mix di comicità e malinconia, che poi è la cifra stessa del film, tutto sommato opera genuina sulla difficoltà di affrontare l’incomunicabilità, l’elaborazione del lutto, l’assenza totale di certezze da parte di un’intera generazione, quella dei “tagliati fuori”, che alle feste (dove vengono portati a forza) se ne stanno in un angolo, provando a spiegare la differenza tra gli zombie (“proletari”) e i vampiri (“tronisti”, “aristocratici”) per sentirsi rispondere: “Ma quant’anni c’hai te?” – “27.” – “E n’è mejo la fregna, no?”).