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Gli amori di Anaïs

Un film di Charline Bourgeois-Tacquet

Gli amori di Anaïs, film diretto da Charline Bourgeois-Tacquet, racconta la storia di Anaïs (Anaïs Demoustier), una trentenne che vive giorno per giorno. La donna non ha un lavoro né un'entrata economica, ha un fidanzato di che non calcola molto e che probabilmente non ama neanche più.
Un giorno Anaïs si imbatte in Daniel (Denis Podalydès), un editore che non appena la vede si innamora all'istante di lei. Lui, però, vive insieme alla scrittrice Emilie (Valeria Bruni Tedeschi), che Anaïs in seguito conosce. L'incontro con l'autrice sarà per lei fatale, perché rimarrà così affascinante da Emilie che finirà con il provare per lei un sentimento mai sentito prima. La giovane decide di fare di tutto pur di rivedere Emilie, anche al costo di seguirla. La scrittrice sembra l'unica persona in grado di mettere un punto di arresto alla farnetica esistenza di Anaïs, cambiandole totalmente la vita.

Con Anaïs Demoustier Valeria Bruni Tedeschi Denis Podalydès Jean-Charles Clichet Xavier Guelfi

Produzione: Francia , 2021 , 98min.

GLI AMORI DI ANAÏS - Trailer italiano - dal 28 aprile al cinema

Che cosa vuole davvero Anaïs? Vuole vivere pienamente, intensamente. Vuole l'amore: magari, rubandolo. Un film sapientemente sospeso fra leggerezza, dolore e desideri.

Parte con i ritmi di un minuetto, una sarabanda: Anaïs corre, corre trafelata, con una bicicletta su cui non la vediamo mai salire: la trascina sempre a mano, la porterebbe anche su per le scale. Anaïs leggera come i vestitini che indossa, gonne corte, cotone rosso come la giovanissima, e sexy, Emmanuelle Seigner in Frantic di Roman Polanski. Anaïs corre, nel film di Charline Bourgeois-Tacquet che senti esserle vicina, complice. Corre, e si strappa via dalle ali, si sbarazza di ragazzi che la amano, gravidanze indesiderate, professori universitari, editori incontrati ad una festa.

La prima cosa che salta agli occhi, nel film, è questa figura leggera, da nouvelle vague, attorno a cui sembra avvitarsi tutta l'opera, come se inseguisse i suoi movimenti - i primi piani sequenza, vertiginosi - le sue indecisioni, le sue bugie, il suo potere di sedurre chiunque con un vestitino da tre soldi, le gambe nude, e un talento per dribblare ogni domanda. Ricorda un'altra giovane donna, bella e indecisa a tutto: la Frances Ha tratteggiata da Greta Gerwig, in una New York in bianco e nero che, per un attimo, aveva fatto sognare di essere tornati ai tempi del miglior Woody Allen.

Qui, più che vicino a Woody Allen, siamo dalle parti del cinema di Rohmer e di Rivette, o di Louis Malle: campagna, borghesia intellettuale, dialoghi veloci che scivolano come acqua di ruscello. E ogni tanto una citazione di Duras, o una foto di Alain Robbe-Grillet.