
Attacco a Mumbai
Un film di Anthony Maras
Nel 2008 sbarca dal Pakistan, nel quartiere di Colaba a Mumbai, una piccola imbarcazione con dieci giovani armati fino a denti. Attaccheranno la grande città indiana colpendo nel nome di Allah punti di grande concentrazione umana, come la stazione ferroviaria, e luoghi simbolici dell'opulenza e dell'influenza occidentale, come l'hotel a cinque stelle Taj Mahal. Qui un cameriere coraggioso, una coppia per metà americana che ha appena avuto un figlio, un imprenditore e puttaniere russo, uno chef abituato alla leadership e molti altri cercano di sopravvivere al massacro in corso.
Con Dev Patel Armie Hammer Nazanin Boniadi Jason Isaacs Anupam Kher Natasha Liu Bordizzo
Produzione: Australia , 2018 , 110min.
Raccontato da una varietà di punti vista, che non escludono quelli dei terroristi e dove i personaggi occidentali sono la minima parte, Attacco a Mumbai - Una vera storia di coraggio è sia un thriller sia un reenactment, ma per quanto la tensione non manchi l'operazione lascia perplessi.
Realizzato in seguito a un lungo lavoro di documentazione, ma con alcuni personaggi fittizi (che accorpano tratti di varie persone reali), il film mette in scena una mattanza brutale e un'umanità composita, con alcuni momenti didascalici e passaggi di tragica ironia. Per esempio uno dei terroristi si stupisce dell'esistenza e del funzionamento dei WC, definiti come una «macchina per eliminare la merda». «Qui anche fare la cacca è divertente» dice, subito dopo aver ucciso una vecchia inerme che si era nascosta proprio in bagno. Sono battute a cui quasi non si crede, così strampalate che sembrano uscite più da una testimonianza che dalla penna di uno sceneggiatore. Del resto la vicenda è incredibile già in origine, con 10 persone che mettono a ferro e fuoco una città, colpendo una decina di obiettivi e facendo in totale oltre 170 morti.
Non si trattava per altro del primo attacco a Mumbai, che aveva una lunga storia di attentati terroristici iniziata almeno nel 1993, ciò nonostante le forze dell'ordine erano chiaramente impreparate a gestire la situazione, con dotazione di armamenti insufficienti. Il fatto che questa volta ci fosse però tra i bersagli un simbolo del turismo in India come il Taj Mahal, che ospita anche diplomatici e importanti uomini d'affari, diede all'attacco una enorme risonanza e portò a dimissioni nel governo e in seguito ad arresti all'estero, tra cui una coppia padre e figlio vicino a Brescia, accusati di aver avuto un ruolo di supporto logistico. I terroristi infatti, dopo essere stati addestrati in Pakistan, sono passati all'azione in India ma sono rimasti in collegamento con i loro leader pakistani, da cui anche nel film ricevono istruzioni, per esempio di prendere gli occidentali come ostaggi.


