
All We Imagine as Light - Amore a Mumbai
Un film di Payal Kapadia
All We Imagine as Light - Amore a Mumbai, film diretto da Payal Kapadia, è ambientato a Mumbai, dove Prabha (Kani Kusruti) vive e lavora come infermiera, completamente immersa nella sua routine. La donna lavora duramente per sopprimere il ricordo doloroso del suo passato, ma la sua vita viene sconvolta da un regalo inaspettato, ricevuto dall'ex marito, che aprirà vecchie ferite mai chiuse.
La sua compagna di stanza Anu (Divya Prabha) cerca, invece, un posto in città dove poter vivere l'intimità con il suo fidanzato. Soltanto un viaggio in una località balneare permetterà alla coppia di trovare il giusto spazio dove poter scatenare i loro desideri.
Con Kani Kusruti Divya Prabha Chhaya Kadam Hridhu Haroon
Produzione: Francia , 2024 , 110min.
All We Imagine As Light, opera seconda della regista indiana 38enne Payal Kapadia, coprodotta da Roberto Minervini, è una storia che ha il sapore dei romanzi di Jane Austen.
"Amore a Mumbai": un sussurro di ribellione in un mare di convenzioni
"Amore a Mumbai", il secondo lungometraggio di Payal Kapadia, si rivela un'opera di rara delicatezza e intensità, capace di dipingere un quadro vivido della condizione femminile nella caotica e soffocante Mumbai. Il film, presentato in concorso al Festival di Cannes 2024, non è un melodramma urlato, bensì un sussurro di ribellione, un'esplorazione intima e sensuale dei desideri e delle frustrazioni di tre donne intrappolate in una società che le vorrebbe sottomesse.
Un trittico di anime femminili
Prabha, Anu e Parvati, le tre protagoniste, incarnano diverse sfaccettature dell'esperienza femminile in India. Prabha, l'infermiera dal cuore spezzato, rappresenta la rassegnazione e la difficoltà di sfuggire al proprio destino. Anu, la giovane e passionale collega, simboleggia la voglia di libertà e la lotta contro i pregiudizi. Parvati, l'infermiera anziana, incarna la solitudine e la precarietà abitativa.
Mumbai, una città che opprime e ispira
La città di Mumbai, con i suoi contrasti stridenti, diventa un personaggio a sé stante. La metropoli soffocante, con i suoi spazi angusti e le sue regole rigide, opprime le protagoniste, ma allo stesso tempo alimenta i loro sogni e le loro speranze. Kapadia cattura con maestria l'anima della città, alternando scene di vita quotidiana claustrofobiche a momenti di struggente bellezza, come le sequenze sotto la pioggia monsonica.
Realismo magico e sensualità
La regista indiana utilizza il realismo magico con parsimonia, ma con grande efficacia, per dare voce ai desideri repressi di Prabha. La scena di sesso tra Anu e il suo amante è un esempio di sensualità realistica e commovente, lontana dagli stereotipi del cinema indiano.
Un "come" che fa la differenza
La forza del film risiede nella capacità di Kapadia di raccontare una storia semplice con uno stile personale e raffinato. La regista indugia sui dettagli, sugli sguardi, sui silenzi, creando un'atmosfera intima e coinvolgente. Le interpretazioni di Divya Prabha e Kani Kusruti sono magistrali, capaci di trasmettere la complessità emotiva dei loro personaggi.
Un grido soffocato che risuona
"Amore a Mumbai" è un film che lascia un'impressione duratura, un grido soffocato che risuona nell'anima dello spettatore. Kapadia dimostra di essere una regista di grande talento, capace di raccontare storie universali con uno sguardo originale e sensibile.
In sintesi:
- Punti di forza: Regia raffinata, interpretazioni magistrali, atmosfera intima e coinvolgente, rappresentazione autentica della condizione femminile in India.
- Punti deboli: Alcuni potrebbero trovare la narrazione eccessivamente lenta o contemplativa.
- Giudizio: Un film intenso e sensuale, capace di emozionare e far riflettere.



