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La bella estate

Un film di Laura Luchetti

La Bella Estate, film diretto da Laura Luchetti, è ambientato a Torino nel 1938 e racconta la storia della sedicenne Ginia (Yile Vianello), che spera in un futuro roseo e coronato di infinite possibilità, mentre sul suo presente si abbattono le ombre della Seconda guerra mondiale. Come ogni giovane della sua età, Ginia vorrebbe innamorarsi e inizialmente sembra aver trovato l'amore in un giovane pittore.
Quando incontra Amelia (Deva Cassel), una ragazza sensuale e provocante più grande di lei, Ginia viene trasportata negli ambienti artistici della Torino bohémien e si apre a un mondo tutto nuovo. Amelia è diversa dalle persone che lei finora ha incontrato e rende vana ogni sua certezza. Ben presto Ginia si ritrova divisa tra il dovere che spetta a una giovane della sua epoca e la scoperta di un nuovo sentimento che la confonde.
Travolta da qualcosa che non sa definire, Ginia nel corso dell'estate si arrende a questi sentimenti che tanto l'hanno confusa, trovando finalmente il coraggio di essere in tutto e per tutto se stessa.

Con Yile Vianello Deva Cassel Nicolas Moupas Alessandro Piavani Adrien Dewitte Cosima Centurioni

Produzione: Italia , 2023 , 111min.

La Bella Estate con Yile Yara Vianello, Deva Cassel e Nicolas Maupas | Trailer Ufficiale HD

È al terzo lungometraggio come regista - a cinque anni da Fiore gemello - che Laura Luchetti incontra il Cesare Pavese della novella "La bella estate", trovando un felice matrimonio di temi tra quelli a lei cari e quelli da riscoprire nell'opera che il romanziere firmò originariamente nel 1940.

Romanzo di formazione al femminile ambientato nella Torino dell'immediato pre-guerra, storia d'amore celata e di rapporto fiorente con il proprio corpo e il proprio desiderio, La bella estate inquadra con maturità il racconto della giovinezza inquieta, dandogli anche una veste formale elegante e dal sapore classico.

Nel creare la versione in immagini della prosa di Pavese, Luchetti confeziona un film sull'insidioso processo di farsi oggetto dello sguardo altrui, impresa ancora più ardua quando non si conosce (ancora) la propria identità, come nel momento transitorio dello sbarco nell'età adulta.

La giovane Ginia è una ragazza di campagna che degli adulti sa poco, nonostante viva "da grande" assieme al fratello e senza i genitori. L'incontro con la figura di Amelia, nella sua perfezione esoterica che sorge dall'acqua, la sconvolge a tal punto che per avvicinarsi a lei - e a un'idea di se stessa - deve affidarsi a una miriade di tramiti: gli specchi, gli spicchi di vetrata dietro a una tenda, il lavoro in atelier sugli abiti e sulle clienti, lo sguardo maschile del pittore che sembra crudelmente l'unico ad aver diritto sul corpo della donna. Nel frattempo cresce sottopelle l'inquietudine, discreta eppure fervente, con la paura che quell'estate finisca per sempre, seppellita dalla neve e dai discorsi del Duce alla radio.